Il telegramma sottoscritto dal
Segretario Generale alla Presidenza della Repubblica Donato Marra è arrivato lo
scorso 22 ottobre, ma loro hanno aspettato in silenzio: «Metti che fosse uno
scherzo» afferma Giangiacomo Amolini, semplicemente Gianni per tutti quanti lo
conoscono. «Poi - aggiunge -, ci sono arrivati questi tubi con tanto di
ceralacca. Ce l'hanno assicurato anche quelli delle Poste: è proprio tutto
vero». Gianni Amolini e Imelda Pedersoli, marito e moglie di Carpeneda di
Vobarno, sono stati insigniti della Croce di Cavaliere al merito
della
Repubblica Italiana «per attività svolte ai fini sociali». Le pergamene che
sanciscono le due onorificenze sono state firmate dal Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano e dal Presidente del Consiglio Mario Monti, che si sono
avvalsi dell'articolo 2 del Dpr che - dal 1952 - regola l'assegnazione delle
decorazioni pubbliche. Il passaggio in questione, per la precisione, permette
di conferirle direttamente per motivi speciali, senza sentire la Giunta
dell'Ordine.
Gianni e Imelda di questa
novità non avrebbero ancora parlato a nessuno, men che meno agli organi
d'informazione, se l'amico Beppe Valdini - che ogni anno porta loro gli auguri
del gruppo della Stella - non li avesse convinti che quello era l'unico modo
per ringraziare chi ha sostenuto la loro «candidatura».
Già, perché Gianni e Imelda
proprio non riescono a capire chi possa aver suggerito i loro nomi. Conoscono
bene però il motivo di tanta riconoscenza pubblica: da più di vent'anni,
infatti, i due si occupano giorno e notte del figlio Massimiliano, divenuto
tetraplegico dopo essersi tuffato nel lago di Garda per ripescare la ciabatta
di un'amica. Un gesto che ha cambiato per sempre la sua vita e quella dei suoi
genitori.
Era l'agosto del 1990 e
Massimiliano aveva 15 anni. Quel tuffo gli costò la frattura di due vertebre e
lo tenne in coma per cinque mesi. Al risveglio una trombosi gli aveva portato
via anche l'uso della parola. Massimiliano, con un lieve movimento della testa,
suona un campanello per richiamare l'attenzione e ha imparato a comunicare
fissando con gli occhi le lettere dell'alfabeto impresse su una lavagnetta
trasparente.
Da qualche anno lo stesso
sistema gli permette anche di utilizzare un computer e, grazie al collegamento
internet, l'uomo resta collegato al mondo, che attraversa in lungo e in largo,
pur rimanendo costretto al suo letto. Grazie alla medesima tecnologia Massimiliano
è pure riuscito a scrivere un libro.
Mentre andiamo a visitare la
casa di Carpeneda per ammirare le onorificenze meritate dai suoi, l'uomo chiama
tutti con lo sguardo e, sulla lavagnetta, dice la sua: «Chi vi ha proposto per
il cavalierato ha fatto la domanda entro febbraio di quest'anno alla Prefettura
di Brescia», afferma. Non aggiunge altro. Che la proposta sia arrivata proprio
dalle sue pupille?
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