sabato 29 dicembre 2012

L'amore premiato dal presidente della Repubblica


Il telegramma sottoscritto dal Segretario Generale alla Presidenza della Repubblica Donato Marra è arrivato lo scorso 22 ottobre, ma loro hanno aspettato in silenzio: «Metti che fosse uno scherzo» afferma Giangiacomo Amolini, semplicemente Gianni per tutti quanti lo conoscono. «Poi - aggiunge -, ci sono arrivati questi tubi con tanto di ceralacca. Ce l'hanno assicurato anche quelli delle Poste: è proprio tutto vero». Gianni Amolini e Imelda Pedersoli, marito e moglie di Carpeneda di Vobarno, sono stati insigniti della Croce di Cavaliere al merito
della Repubblica Italiana «per attività svolte ai fini sociali». Le pergamene che sanciscono le due onorificenze sono state firmate dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal Presidente del Consiglio Mario Monti, che si sono avvalsi dell'articolo 2 del Dpr che - dal 1952 - regola l'assegnazione delle decorazioni pubbliche. Il passaggio in questione, per la precisione, permette di conferirle direttamente per motivi speciali, senza sentire la Giunta dell'Ordine.

Gianni e Imelda di questa novità non avrebbero ancora parlato a nessuno, men che meno agli organi d'informazione, se l'amico Beppe Valdini - che ogni anno porta loro gli auguri del gruppo della Stella - non li avesse convinti che quello era l'unico modo per ringraziare chi ha sostenuto la loro «candidatura».

Già, perché Gianni e Imelda proprio non riescono a capire chi possa aver suggerito i loro nomi. Conoscono bene però il motivo di tanta riconoscenza pubblica: da più di vent'anni, infatti, i due si occupano giorno e notte del figlio Massimiliano, divenuto tetraplegico dopo essersi tuffato nel lago di Garda per ripescare la ciabatta di un'amica. Un gesto che ha cambiato per sempre la sua vita e quella dei suoi genitori.

Era l'agosto del 1990 e Massimiliano aveva 15 anni. Quel tuffo gli costò la frattura di due vertebre e lo tenne in coma per cinque mesi. Al risveglio una trombosi gli aveva portato via anche l'uso della parola. Massimiliano, con un lieve movimento della testa, suona un campanello per richiamare l'attenzione e ha imparato a comunicare fissando con gli occhi le lettere dell'alfabeto impresse su una lavagnetta trasparente.

Da qualche anno lo stesso sistema gli permette anche di utilizzare un computer e, grazie al collegamento internet, l'uomo resta collegato al mondo, che attraversa in lungo e in largo, pur rimanendo costretto al suo letto. Grazie alla medesima tecnologia Massimiliano è pure riuscito a scrivere un libro.

Mentre andiamo a visitare la casa di Carpeneda per ammirare le onorificenze meritate dai suoi, l'uomo chiama tutti con lo sguardo e, sulla lavagnetta, dice la sua: «Chi vi ha proposto per il cavalierato ha fatto la domanda entro febbraio di quest'anno alla Prefettura di Brescia», afferma. Non aggiunge altro. Che la proposta sia arrivata proprio dalle sue pupille?


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