martedì 19 marzo 2013

Banca dà lo sfratto: impresa la denuncia per usura

Lo sfratto esecutivo è stato rimandato, ma non per molto. L'ufficiale giudiziario che ieri mattina, poco dopo le nove, si è presentato a Dello (in via Ponterosso) per espropriare il capannone della famiglia Angoli, ha concesso ancora un mese di tempo. Nonostante l'intervento di Federitalia, non si andrà però oltre il 17 aprile quando l'immobile, venduto ad un terzo del valore stimato, passerà di mano. Sarà poi la volta
della casa e dei terreni, che andranno all'asta il 5 aprile. A quel punto a Giovanni Battista Angoli, piccolo imprenditore che dal '68 produce motori elettrici e pompe idrauliche, alle due figlie, Paola e Angela, e alla sorella, Margherita Angoli, non sarà rimasto più nulla: il debito con una banca avrà così prosciugato le fatiche di una vita.«Siamo vittime di usura bancaria e anatocismo - si sfoga Paola Angoli - e non possono portarci via tutto per un mutuo che, seppure con qualche difficoltà, stavamo pagando». Da cinque anni la famiglia Angoli sta combattendo con un istituto di credito «che - continua Paola - dopo aver avuto da noi oltre due milioni di euro di interessi, prima ci ha imposto di vendere un capannone dedito alla produzione e poi ci ha concesso un mutuo di 800mila euro per pagare i debiti, a garanzia del quale ha voluto tutte le nostre proprietà». «Per ventiquattro mesi ho pagato regolarmente il pre-ammortamento del finanziamento - aggiunge il papà, Giovanni Battista Angoli - fino a quando sono cominciate le difficoltà. Abbiamo quindi chiesto un prolungamento del finanziamento, ma ci è stato negato. A quel punto - continua l'imprenditore di Dello - la banca ha avviato le procedure esecutive a cui noi non abbiamo fatto opposizione perché l'istituto di credito ci sembrava disposto ad un accomodamento. Eravamo in trattativa per trovare un accordo ma - conclude Giovanni Battista - appena è diventato esecutivo il decreto, la trattativa è stata bruscamente interrotta». Non avendo presentato opposizione al decreto ingiuntivo entro i termini previsti dalla legge, dal punto di vista civilistico il provvedimento non può più essere impugnato e la banca ha avviato le pratiche di esproprio. «Nel frattempo però - fa notare papà Giovanni - abbiamo scoperto di essere stati oggetto di usura bancaria e anatocismo». Dopo la fissazione delle aste sugli immobili la famiglia Angoli si affida ad un'agenzia che svolge analisi sui conti correnti «e scopriamo - afferma Angoli - che sono più i soldi che la banca ci deve restituire che quelli che deve avere». La famiglia Angoli nel giugno del 2010 presenta, quindi, una denuncia per usura alla Procura della Repubblica di Brescia ma, nel frattempo, la procedura di sfratto va avanti. Ad agosto 2012 il pubblico ministero chiede e ottiene l'archiviazione del caso «basandosi sulla perizia di un consulente che - dichiara Giovanni - è in palese contraddizione con quanto stabilisce la legge in materia di usura. Ci siamo opposti e adesso stiamo aspettando la sentenza della Cassazione». Giovanni Battista Angoli ha già scritto al Presidente della Repubblica, al vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura e al presidente del Tribunale di Brescia. «Aspetto che qualcuno mi dica dove ho sbagliato - conclude - e se c'è giustizia in un sistema che ti spoglia di tutto, anche della speranza nel futuro per le mie figlie».fonte:giornaledibrescia.it

Nessun commento:

Posta un commento