venerdì 22 marzo 2013

La vittoria della piccola Sofia Potrà curarsi con le staminali


Per le cure compassionevoli, fa sapere il ministero della Salute, in applicazione delle normative europee «saranno necessarie: la prescrizione di un medico responsabile, il consenso informato, l'approvazione di un Comitato etico, la produzione del farmaco da parte di una struttura che garantisca la qualità farmaceutica». Insomma sarà impossibile che si creino nuovi casi come quello di Sofia e del metodo Stamina. Intanto per Sofia però si riapre la porta della speranza grazie
ad un decreto ad hoc varato ieri dal governo che consente di portare a termine i protocolli di terapia con le staminali con metodo Stamina «anche se il laboratorio di riferimento (in questo caso quello degli Spedali Civili di Brescia) non è autorizzato». Il via libera vale per il caso di Sofia e per tutti i casi «avviati», ovvero «i trattamenti per i quali sono stati compiuti atti preparatori (il prelievo di cellule dal paziente o da donatore destinate all'uso terapeutico) e quelli già ordinati dall'autorità giudiziaria».Vengono comunque poste delle condizioni. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, riserva al proprio dicastero il compito di monitorare i trattamenti e poi valutarne gli esiti «con l'acquisizione di tutti i dati clinici dei pazienti sottoposti al trattamento». Nel decreto si prevede pure che tutti «i medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva», tra i quali appunto rientrano i trattamenti con le staminali, potranno essere somministrati soltanto «in ospedale pubblico, clinica universitaria o istituto di ricovero e cura a carattere scientifico».I genitori di Sofia tirano un sospiro di sollievo. La piccola è affetta da leucodistrofia metacromatica , malattia che comporta una progressiva paralisi e per la quale non esistono ancora protocolli di terapia riconosciuti. Con l'infusione di staminali, assicurano i genitori, Sofia ha mostrato netti segni di miglioramento. Il primo pensiero della mamma di Sofia, Caterina Ceccuti e del padre, Guido De Barros va anche agli altri bimbi malati. «Noi auspichiamo che ci sia nel decreto una forma di tutela per tutti i pazienti -dice la mamma di Sofia- sia per quelli che hanno già cominciato la cura, sia per quelli che la devono già iniziare».La realtà è che il decreto offre una soluzione a breve termine per alcuni casi ma non è che una “pezza“. Sicuramente necessaria visto il totale vuoto normativo intorno alle terapie non sperimentate. Anche per evitare che ancora una volta intervenissero i magistrati in sostituzione dei medici ordinando o sospendendo cure senza avere competenza in materia. La risposta fornita dal decreto è però insufficiente ed infatti si rimanda la soluzione definitiva ad un successivo regolamento che sarà varato nei prossimi giorni da Balduzzi che oltretutto come ministro ha i giorni contati. E proprio questo nuovo provvedimento spaventa Marino Andolina il “papà“ del metodo Stamina . Le nuove norme sulle cure compassionevoli, dice Andolina, rappresentano «una condanna a morte per migliaia di persone».Occorre ricordare che L'Aifa, l'Agenzia Nazionale del Farmaco, nel maggio scorso aveva bloccato il metodo Stamina perchè non sperimentato e ritenuto anzi pericolo per il paziente. Andolina insieme ad una dozzina di altri medici è stato indagato dal pm di Torino Raffaele Guariniello per truffa proprio per la cura di staminali. Una cura mai riconosciuta come efficace dalla comunità scientifica che la classifica appunto come “cura compassionevole“.fonte:ilgiornale.it

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