domenica 19 gennaio 2014

CAOS TARES E MINI IMU, MANCANO I BOLLETTINI: TENSIONE IN VISTA DELLA SCADENZA DEL 24 GENNAIO


ROMA - Si doveva pagare entro il 16 gennaio. Ma a tre giorni di distanza dalla chiusura dei termini di versamento del saldo della Tares e della maggiorazione sui servizi indivisibili (che costa 30 centesimi a metro quadro) sono migliaia i contribuenti che non hanno potuto ancora farlo. Per la semplice ragione che le promesse lettere con i due bollettini (un Mav e un modello F24) per regolare il tributo sui rifiuti non tutti l’hanno ricevute. E chissà quando arriveranno.
 CONFUSIONE CAPITALE
Il problema riguarda tutta Italia ma è Roma l’epicentro del problema in quanto si moltiplicano le segnalazioni di cittadini che lamentano la mancata comunicazione da parte dell’Ama. Alla quale, come per le altre aziende che si occupano dei rifiuti nel Paese, spetta il compito di indicare le somme esatte con le quali chiudere la pendenza. La scorsa settimana l’azienda spiegò che il servizio procedeva a rilento (non erano state recapitate almeno 250 mila lettere su un totale di 1,5 milioni) perché il Comune, chiudendo in ritardo il bilancio capitolino, aveva reso più complicati i calcoli. Per questa ragione, era stato precisato, non si sarebbero applicati interessi (l’1 per cento giornaliero) su eventuali ritardi di pagamento di una settimana. Il che vuol dire che si può star tranquilli fino al 24 gennaio. Sempre che, vista la macchina amministrativa non certo efficiente, non ci siano ulteriori ritardi. Il tempo infatti stringe. E la tensione sale perché intanto si avvicina anche la scadenza per il versamento della cosiddetta mini Imu. Nonostante il moltiplicarsi delle proteste, il governo tiene il punto e respinge le molte richieste di posticipare i termini di versamento. Lo hanno ribadito nelle ultime ore il sottosegretario all’Economia Baretta e lo stesso ministro Saccomanni spiegando che ragioni di contabilità pubblica non consentono dilazioni.
 PROBLEMI APERTI
Però i Caf, presi d’assalto da contribuenti a caccia di informazioni e consulenza, parlano di caos prefigurando tra l’altro potenziali conflitti tra lo Stato e i cittadini. Secondo Unimpresa, alla quale aderiscono 900 centri di assistenza fiscale distribuiti in 60 province in tutta Italia, «cresce il rischio di dare il via a un enorme contenzioso tra contribuenti e amministrazioni locali». La confusione è generata dalla norma che consente ai Comuni di far pagare il 40% della differenza tra l'ammontare dell'Imu risultante dall'applicazione della maggiore aliquota deliberata dal comune e quella ordinaria del 4%. Un meccanismo che sarà applicato da 2.377 sindaci e che, si teme, rende estremamente probabili errori nella determinazione degli importi da pagare. «Il doppio pasticcio fiscale Tares- Imu ha denunciato il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi - è la prova che il governo non ha mantenuto le promesse: proprio sull'Imu il premier Letta, nel suo discorso di insediamento a maggio dello scorso anno, aveva assicurato che il vecchio regime impositivo sugli immobili sarebbe stato superato e aveva prospettato un miglioramento basato sulla semplificazione». Sul caos scadenze e importi ha tuonato ieri anche Confedilizia denunciando «la concertazione municipale che ha sostituito quella sindacale». In una nota, il presidente dell’associazione dei proprietari Corrado Sforza Fogliani ha descritto la preoccupazione dei migliaia di cittadini che affollano le sedi locali a caccia di informazioni e ha chiesto «la rivisitazione completa di una tassazione così pasticciata e così ripetutamente pesante oltre che portatrice di una mentalità interpretata come di totale disprezzo per i contribuenti».fonte:leggo.it

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