lunedì 20 gennaio 2014

HA 1.243 IMMOBILI, MA NON PAGA UN EURO DI TASSE. "IMU EVASA PER MILIONI"


ROMA - Guai col fisco per l'imprenditrice romana Angiola Armellini, figlia del noto costruttore romano Renato Armellini rapito dalla ‘ndrangheta, che è risultata essere proprietaria di 1243 immobili, prevalentemente nella capitale, non denunciati. Nell'ambito delle indagini dirette dalla procura di Roma e frutto dell'operazione 'Alla Blacks' sono stati contestati alla donna oltre 2 miliardi di euro di violazioni al monitoraggio fiscale e 190 milioni dievasione fiscale. Da quanto emerso dalle indagini, l'imprenditrice, che risiede di fatto in un lussuoso appartamento (attico e superattico) nella centralissima Roma medievale che non era classificato come civile abitazione, ha utilizzato diversi luoghi per nascondersi al fisco: principato di Monaco, Lussemburgo, Svizzera, Nuova Zelanda, Jersey e Bahamas.
 LA DENUNCIA L'imprenditrice, sul piano penale, è stata denunciata alla procura, insieme ad altre 11 persone, tra i quali spiccano alcuni consulenti, italiani ed esteri, incaricati della gestione contabile e fiscale ed effettivi artefici della creazione del fraudolento gruppo societario estero. A questi ultimi è stata ascritta, insieme all'imprenditrice, anche la fattispecie di associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale, essendo emersi compiti, funzioni, direttive specifiche attribuite dall'organizzazione. GLI IMMOBILI Alla stessa imprenditrice, ad oggi, sono di fatto riconducibili, ancorché siano stati intestati (sino ad alcune settimane orsono) a vari soggetti giuridici di diritto estero, ben 1.243 unità immobiliari, tra cui tre alberghi nonché appartamenti e relative pertinenze, quasi tutti nella Capitale. Dalle indagini, è emerso come sia sempre stata 'l'amministratore di fatto' di un'articolata struttura societaria, formalmente riferibile a teste di legno o a una società fiduciaria in Lussemburgo, ideata negli anni '90 per schermare l'effettiva disponibilità di ingenti capitali detenuti all'estero, anche in paesi a fiscalità privilegiata. A tal fine, aveva spostato, solo formalmente, la propria residenza nel principato di Monaco nel 1999, risultando cittadina monegasca sino al giugno 2010. LE INDAGINI Le attività investigative sviluppatesi anche tramite numerose perquisizioni presso le abitazioni di otto persone fisiche indagate, cinque sedi societarie e tre studi commercialistici (dando corso, tra l'altro, all'apertura di cassette di sicurezza presso banche ed all'audizione di numerosi soggetti ritenuti di interesse ai fini delle indagini), hanno preso in esame le annualità dal 2003 al 2012. È stata dimostrata l'effettiva e costante residenza nella Capitale dell'imprenditrice. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria hanno inoltre proceduto al disconoscimento degli effetti scriminanti di 10 scudi fiscali presentati nel 2009, con riferimento al patrimonio estero posseduto dall'indagata. EVASIONE FISCALE Al fisco italiano, l'imprenditrice risultava dichiarare solo i compensi corrisposti in suo favore da alcune delle società, anch'esse coinvolte nelle indagini, nei confronti delle quali figurava prestare mere collaborazioni. Conseguentemente, sotto l'aspetto fiscale, le è stata contestata la mancata dichiarazione di disponibilità estere in Lussemburgo, nel principato di Monaco ed in Svizzera, in violazione alle disposizioni sul monitoraggio fiscale, per un valore complessivo, considerando la somma di tutte le annualità accertate (dal 2003), per oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro. Sono state eseguite, inoltre, verifiche fiscali sia nei confronti dell'imprenditrice, quale persona fisica, che di tre holding lussemburghesi alla medesima riconducibili, constatando, complessivamente, ai fini delle imposte dirette l'omessa dichiarazionedi ricavi, al lordo dei costi sostenuti, per circa 190 milioni di euro, oltre ad un'imposta di registro evasa per circa 230 mila euro. Le attività hanno anche permesso di riscontrare il sistematico, mancato versamento di Ici e Imu per alcuni milioni di euro, connessi a gran parte del vasto patrimonio immobiliare, favorito dalla complessa e poco trasparente struttura societaria cui gli stessi risultavano formalmente riconducibili. I finanzieri hanno registrato, nelle ultime settimane, dopo la conclusione delle attività ispettive, l'avvenuto, spontaneo rimpatrio di 15 società lussemburghesi, a cura della stessa imprenditrice, tramite i propri consulenti.fonte:leggo.it

Nessun commento:

Posta un commento