martedì 12 marzo 2013

ITALIANI PIÙ STANCHI E PIÙ GRASSI: DUE ORE DI SONNO IN MENO IN 30 ANNI


Le classiche otto ore di sonno sono ormai un sogno. Nel mondo occidentale si tende a dormire sempre meno e a rimetterci in salute. Rispetto a trent'anni fa ci si accontenta di riposare due ore in meno. Risultato: aumenta la percentuale dei cosiddetti "cronicamente stanchi". Dormire di meno incide sul metabolismo, fa ingrassare e non aiuta a smaltire lo stress. La causa? Troppi impegni lavorativi e sociali. «Almeno il 30 per cento di italiani soffre di insonnia - precisa Luigi Ferini Strambi Direttore del Centro del sonno dell'Ospedale San Raffaele di Milano al 'Corriere della Sera'- ma solo il 15 per cento di questi è affetto da un disturbo vero: pur volendo, cioè, dormire e potendolo fare, non ci riesce. L'altro 15 per cento è fatto di persone che, invece, vorrebbero dormire, ma non lo fanno a sufficienza per questioni di lavoro o per ragioni ludiche».
LE NUOVE TECNOLOGIE I disturbi del sonno sono in aumento, complici anche le nuove tecnologie. Internet, tablet e smartphone, utilizzati fino a tarda sera, non aiutano, anzi, favoriscono uno stato di allerta che interferisce poi con il riposo: ne sanno qualcosa gli adolescenti europei che se 30 anni fa dormivano in media 9,5 ore, oggi arrivano a malapena a 7,45. E i giovani-adulti italiani, dai 25 ai 45 anni, hanno perso un'ora di sonno nell'ultimo decennio: oggi dormono 6 ore e mezza per notte invece di 7 ore e mezza. Non esiste comunque un numero ideale di ore di sonno: tutto dipende da come ci si sente al risveglio, se riposati oppure no.
L'OROLOGIO BIOLOGICO «È importante - continua Ferini Strambi - che il sonno sia collocato nel giusto periodo, diverso per ciascuno di noi e dipendente dal gene dell'orologio biologico. Il 70 per cento della popolazione ha un cronotipo normale e dorme bene fra le undici di sera e le sette del mattino. Per un 20-25 per cento delle persone, invece, il periodo ideale va dalle 2.30 di notte alle 10.30-11 del mattino: chiaro che, a meno di non avere orari di lavoro flessibili, questi "gufi" avranno problemi di concentrazione e di rendimento quando si svegliano presto. Il restante 5 per cento sono le "allodole" che tendono a coricarsi attorno alle 8-9 di sera per svegliarsi alle 4.30-5 del mattino».

I PROBLEMI PER LA SALUTE «La mancanza di sonno ha conseguenze sia sulla sfera mentale che su quella fisica - dice Ferini Strambi -. Il riposo notturno serve per consolidare la memoria e mettere a riposo la corteccia frontale, che è quella che lavora di più durante il giorno. Un sonno disturbato altera tutti questi processi». «Per l'insonnia classica - dice Ferini Strambi - si stanno studiando nuovi farmaci che funzionano bloccando un ormone chiamato orexina, ma arriveranno fra due o tre anni. In alternativa ci sono le terapie cognitivo-comportamentali che qualcuno oggi propone anche online». Per gli altri, i «deprivati», la soluzione in molti casi potrebbe essere cambiare mentalità e dire basta alla cultura delle «notti bianche». fonte:leggo.it

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