mercoledì 10 aprile 2013

Allarme Cgil: 153 lavoratori licenziati al giorno


Maschio, giovane - tra i 20 e i 24 anni - impegnato nel settore dell'industria e italiano. È l'identikit del licenziato bresciano. Lo dicono i numeri relativi al 2012, «annus horribilis» del lavoro. Se in Italia negli ultimi dodici mesi i licenziamenti sono stati un milione, a Brescia hanno toccato quota 56.000. 153 ogni giorno. Il settore più
colpito è quello dell'industria con 15.000 licenziamenti, seguito dall'edilizia che ha polverizzato 12.000 posti di lavoro tra città e provincia. In aumento i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo; quando cioè il lavoratore rimane vittima della riorganizzazione di un'azienda. Che spesso passa anche dalla chiusura della stessa.E i più colpiti dai tagli sono i giovani fino ai 29 anni, con i maschi finiti nel mirino più delle femmine. Ma la variazione maggiore, nel confronto tra 2011 e 2012, riguarda i licenziamenti tra le persone di mezza età. Oltre il 10% dei rapporti di lavoro finiti negli ultimi dodici mesi ha infatti interessato la fascia d'età tra i 45 i 54 anni. Numeri drammatici ai quali si aggiungono quelli del primo trimestre 2013. Già seimila le domande di disoccupazione presentate alla Camera del lavoro di Brescia.Il 30% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. E oggi alle liste di disoccupazione sono già iscritte 105.876 persone.«Bisogna fermare l'emorragia» dice Damiano Galletti, segretario provinciale della Cgil che invoca un intervento deciso del Governo che verrà.«Devono essere rifinanziati gli ammortizzatori sociali - continua - che hanno fin qui tenuto in piede l'economia italiana e poi è arrivata l'ora di una patrimoniale su grandi ricchezze. Solo così - spiega Galletti - il mondo del lavoro potrebbe trovare ossigeno».Ma dalla Cgil arriva anche un'altra ricetta. Che potrebbe fare scuola proprio a Brescia secondo i vertici della Camera del Lavoro. «Le aziende che non hanno esuberi potrebbero ridurre l'orario di lavoro dei dipendenti per favorire nuovi ingressi. Con la riduzione dell'orario - spiega Galletti - a carico non dell'impresa, ma dell'Inps».Per Giorgio Bontempi, assessore al Lavoro della Provincia di Brescia «questo è il momento di mettere mano con forza alle riforme». Traduzione: «Meno burocrazia, meno tassazione e più accesso al credito» spiega Bontempi. Che punta il dito contro lo Stato: «Per le aziende deve scattare la compensazione tasse-crediti. A Brescia - conclude - ci sono aziende che chiudono non per i debiti, ma per i crediti che vantano nei confronti dello Stato».fonte:giornaledibrescia.it

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