sabato 29 giugno 2013

SALDI, IL 6 LUGLIO COMINCIANO I RIBASSI: "PER COLPA DELLA CRISI SUBITO AL 50%"

ROMA - I saldi estivi arrivano tra una settimana: la data di partenza ufficiale in gran parte delle città italiane è il 6 luglio, anche se qualcuna anticipa al 2. «Crisi e brutto tempo rallentano le vendite primaverili, adesso gli sconti partiranno con il turbo, dal 50%», dice la Fismo Confesercenti. E anche se le vendite scontate sono una grande occasione per clienti e commercianti, la Fismo
prevede uno scontrino medio da 165 euro (-10%). DOPPIA OCCASIONE «La crisi dei consumi e la situazione climatica incerta - spiega il presidente Fismo Roberto Manzoni - hanno rallentato le vendite primaverili. Per questo i prossimi saldi estivi saranno una duplice occasione: per i clienti, che potranno usufruire di sconti iniziali eccezionali, fino al 50%, e per i commercianti, che avranno invece la possibilità di esaurire le giacenze accumulate in un anno eccezionalmente difficile. Il 2013 ha registrato un continuo calo delle vendite dell'abbigliamento, diminuite nei primi quattro mesi del 4,6% sullo stesso periodo del 2012. Alla riduzione dei consumi è corrisposta una significativa emorragia di imprese: il settore ha visto un saldo negativo di oltre 4.000 negozi, spariti senza essere sostituiti. Il nostro auspicio è che i saldi possano sancire l'inizio di un'inversione di tendenza: cambiare guardaroba per cambiare il destino del settore moda italiano, che vale circa 66,5 miliardi di euro». SUBITO AL 50% Gli sconti iniziali praticati dagli esercenti dell' abbigliamento saranno più alti del solito: sarà molto comune vedere ribassi del 50% fin dal primo giorno, mentre lo sconto minimo non dovrebbe scendere sotto quota 30%. Secondo le stime dell'associazione di imprese della moda, lo scontrino medio dovrebbe attestarsi sui 165 euro, in flessione (-10% circa) sul valore di 184 euro registrato nell'estate 2012. Capispalla, vestiti di alta qualità, calzature e accessori saranno i «pezzi» più gettonati anche se la quota di spesa dedicata dalle famiglie al vestiario si è attestata nel 2012 al 7,1%: quasi la metà del 13,6% registrato nel 1992, e che ci poneva - assieme al Giappone - al vertice della classifica mondiale. Non si ferma l'emorragia di imprese del settore. Su tutto il territorio nazionale, nei primi cinque mesi del 2013 hanno aperto solo 1.901 nuove attività, contro 6.223 chiusure: più di 41 negozi al giorno. Il saldo finale, al 31 maggio, è prevedibilmente negativo: spariscono, senza essere sostituiti, 4.322 esercizi, indica l'Osservatorio Confesercenti. La causa principale delle difficoltà del settore è chiaramente ascrivibile alla riduzione della spesa degli italiani; ma sulle imprese pesano anche la pressione fiscale molto alta e il caro-affitti. Si sconta altresì un eccesso di concorrenza: da un lato dell'industria della contraffazione moda, che fa perdere al settore 12 miliardi l'anno; dall'altro, quella dei siti di «saldi privati» online e dei Factory Outlet, che sostanzialmente praticano promozioni per tutta la durata dell'anno. fonte:leggo.it

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