venerdì 1 novembre 2013

UCCIDE LA SORELLA DISABILE E SI TOGLIE LA VITA. "GLIEL'HO CHIESTO IO, ERO STANCA DI VIVERE"

PALERMO - Un uomo di 58 anni, Francesco Puccio, ha ucciso la sorella disabile, Giuseppina, di 62 anni, e poi si è suicidato, gettandosi dal sesto piano. E' accaduto a Palermo, poco fa in via
Alberico Albricci, alla periferia della città.Giuseppina è stata trovata dai vigili del fuoco che hanno fatto irruzione in casa dopo l'allarme lanciato da un passante, con un sacchetto di plastica in testa e ferite di arma da taglio. Un militare della Guardia di finanza che abita proprio di fronte a via Albricci ha visto l'uomo gettarsi dal balcone finendo poi sul selciato.LA LETTERA D'ADDIO Gli investigatori stanno puntando la loro attenzione soprattutto sulla lettera d'addio lasciata dalla disabile, in cui la donna scagiona il fratello sostenendo di essere stata lei a chiedergli con insistenza di essere uccisa perchè «stanca di vivere». Sul posto polizia, carabinieri, vigili del fuoco e il medico legale. «Gli ho chiesto io di uccidermi - si legge nella lettera - non avevo più voglia di vivere».SCENE DI DISPERAZIONE Scene di disperazione in via Albricci. Sulla scena dell'omicidio-suicidio sono arrivati due cugini delle vittime e quando hanno saputo quello che è accaduto hanno iniziato a gridare disperati. Grida strazianti quando hanno saputo che l'uomo prima di uccidersi ha ammazzato la sorella disabile.HA PROVATO PRIMA A UCCIDERSI Giuseppina Puccio, la disabile palermitana di 62 anni uccisa dal fratello Francesco Puccio di 58 anni, che poi si è gettato dal sesto piano, avrebbe tentato di uccidersi tagliandosi le vene delle braccia con due coltelli. Ma non riuscendo a togliersi la vita ha chiesto al fratello Francesco di aiutarla. «Sono stanca di vivere - ha scritto nella lettera d'addio - Per questo ho chiesto a mio fratello di aiutarmi a uccidermi. Lui non c'entra niente». Dopo averla uccisa mettendole un sacchetto di plastica in testa, l'uomo, un bancario molto stimato dai colleghi, per la disperazione si è gettato dal balcone, al sesto piano di via Albricci, nella zona dello Sperone a Palermo.Sarà il medico legale, che seguirà l'autopsia sui due corpi, ad accertare le cause del decesso della donna, ma l'ipotesi più accreditata dagli uomini della sezione Omicidi della Squadra mobile è proprio quella del tentato suicidio della donna che poi si è rivolta al fratello per uccidersi. E lui, per il rimorso, si è gettato dal balcone. Secondo quanto raccontano i vicini di casa, Francesco Puccio, da otto anni, cioè da quando era morta l'anziana donna dei due fratelli, si sarebbe preso cura della sorella disabile, sulla sedia a rotelle e con problemi psichici. I due conducevano una vita molto riservata.L'ALLARME LO HA DATO UN BAMBINO È stato un bambino di 9 anni a dare l'allarme. Il bambino mentre giocava a pallone nel cortile del condominio ha visto piombare sul selciato il corpo di Francesco Puccio di 58 anni. Il bimbo si è subito messo a gridare chiamando la madre, incinta di 6 mesi, che per lo choc è svenuta ed è stata subito portata in ospedale.Francesco Puccio e la sorella Giuseppina, di 62 anni erano persone molto riservate, come raccontano i vicini di casa di via Albricci, alla estrema periferia di Palermo. «Noi abitiamo accanto a loro al sesto piano -racconta una donna- e in 18 anni in cui vi abito li ho visti tre volte soltanto. Non avevano vita sociale. Non solo lei che era disabile ma anche il fratello che era bancario».La donna, laureata, secondo quanto raccontano sempre i vicini di casa, dopo la laurea avrebbe avuto problemi psichici, forse dovuti a un forte esaurimento nervoso. Con il passare del tempo si sono aggiunti anche problemi fisici tanto che negli ultimi anni era costretta sulla sedia a rotelle.«Dopo avere dato l'allarme -racconta un altro vicino di casa, Giorgio T.- abbiamo atteso l'arrivo della polizia ma non rispondeva nessuno nel loro appartamento. Così abbiamo subito chiamato i vigili del fuoco che hanno sfondato la porta». La scena che si sono trovati davanti i vigili era straziante: la donna aveva un sacchetto di plastica in testa e diverse ferite da arma da taglio, la tavola era ancora apparecchiata.fonte:leggo.it
 

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