mercoledì 15 maggio 2013

ELIA, MORTO SUL QUAD A 16 ANNI DAVANTI ALLA MAMMA. "INFERMIERA HA CERCATO DI SALVARLO"


PORDENONE - Hanno tentato di rianimarlo, di farlo tornare in vita, mentre la mamma a qualche metro di distanza assisteva a quello straziante calvario durato tanti lunghissimi minuti. Elia Franco avrebbe compiuto 17 anni il 5 giugno. Ieri mattina, puntuale come sempre, stava andando al lavoro dove solitamente arrivava alle 7.40; doveva essere il penultimo giorno di uno stage in un’azienda a qualche centinaio di metri da casa, il cui titolare, Gianni Franco, è un amico di famiglia. Elia, in sella al suo ciclomotore quad - un "cinquantino" desiderato chissà quanto -, era partito da casa pochi minuti prima, aveva percorso via Pradego, la strada che dal centro di Caneva (Pordenone) conduce a Fiaschetti e poi un minuto ancora e avrebbe parcheggiato il suo piccolo quad davanti alla fabbrica.Ma in azienda Elia non è mai arrivato. Una Bmw 3.18 che procedeva nello stesso senso di marcia, guidata da una cittadina statunitense militare alla base di Aviano, lo ha urtato mentre stava svoltando a sinistra. Un colpo violento che ha sbalzato il ragazzino dalla sella, facendogli fare un volo di qualche metro. Il sedicenne è finito contro un palo della luce, esanime. A soccorrerlo per prima un’infermiera che non ha esitato a fermare l’auto e a praticare il massaggio cardiaco al ragazzino. Poi le grida di disperazione, le lacrime, altri tentativi disperati di salvarlo sotto gli occhi della mamma, Daniela De Conti, dello zio, delle cugine con gli occhi velati dalle lacrime trattenute invano, i singhiozzi che spezzano le parole sul nascere. Quanto dolore in quella strada che Elia percorreva dal 14 aprile per fare esperienza nell’ambito di un percorso formativo della seconda classe di Termoidraulica, al Villaggio del fanciullo di Pordenone. Un dolore che toglie il fiato quando il volto del ragazzino fa capolino da una foto che racconta più di tante parole. E sembra voler cercare di spiegare il vuoto che il sedicenne con la faccia da bambino ha lasciato a casa, in quella casa dove viveva con il papà Romano, la sorellina Anna che compirà 4 anni la prossima settimana, ma non sa cosa è successo ancora, e la mamma Daniela.Poi c’è il resto, l’arrivo degli agenti della polizia stradale di Spilimbergo, dell’ambulanza e dell’elisoccorso del 118; i rilievi previsti dalla legge, il corpo senza vita del ragazzino coperto da un lenzuolo vicino al suo Quad. «Dinamica al vaglio», riassumono in due parole con le facce scure gli agenti della Stradale, perchè al dolore e alla morte di un ragazzino non ci si abitua mai. L’unica certezza e che auto e ciclomotore procedevano nella stessa direzione di marcia, dalla piazza di Caneva lungo via Pradego, lungo la Pedemontana; che la Bmw ha urtato il piccolo quad probabilmente mentre stava svoltando a sinistra. Elia indossava il casco ed era sempre prudente, raccontano i parenti e il titolare dell’azienda dove faceva lo stage. Era il penultimo giorno. Un ragazzino a modo con la passione per una squadra, la Juventus, e tanta voglia di vivere.fonte:leggo.it

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