mercoledì 20 febbraio 2013

Muoiono più imprese di quante ne nascono


Per la seconda volta da inizio secolo, il saldo tra aziende avviate e cessate nel Bresciano è negativo (-164 unità). Lo confermano i dati raccolti dalla Camera di Commercio di Brescia dai quali emerge che nel 2012 sono nate 7.598 imprese e, nello stesso arco temporale, hanno chiuso i battenti 7.762 attività. Se consideriamo anche le festività, nella nostra provincia circa ventuno imprese al giorno sono
dunque giunte al capolinea«Seppur tale valore possa risultare esiguo rappresenta una inversione di tendenza rispetto agli ultimi tre anni che avevano fatto registrare tassi di crescita postivi del numero delle imprese registrate» evidenzia una nota della Camera di Commercio cittadina. Fino ad ora, infatti, l'unico dato negativo registrata da Movimprese risale 2008, quando a Brescia 9.605 società si erano cancellate dal Registro Imprese e, nello stesso arco temporale, 8.893 realtà si erano iscritte al medesimo albo.Oggi, rispetto al 2011, il tasso di mortalità delle imprese nel Bresciano passa dal 5,8 al 6,4 per cento. Allo stesso modo non si comporta ovviamente il tasso di natalità che scende dal 6,4 al 6,2 per cento. Alla luce di questo trend, in provincia risultano comunque attive 110.643 imprese. La concentrazione maggiore si rileva nel capoluogo con 20.198 unità dove emerge pure un saldo positivo tra natalità e mortalità (+123). A ruota seguono Desenzano (2.561 imprese attive, 196 neo iscritte e 197 cessate) e Montichiari (2.283, 150 e 156). Ottime le performance riportate da Flero e Rovato: nel primo comune le nuove imprese (66) superano quelle cessate di 24 unità; nel secondo caso invece il saldo tra società iscritte e cancellate risulta positivo di 21 punti. Lo stesso discorso non vale per Gussago, Leno e Lumezzane dove la mortalità delle imprese prevale sulla natalità per oltre venti unità.Da un'analisi settoriale realizzata ancora dalla Camera di Commercio, il settore delle costruzioni è quello che risente di più della mortalità delle imprese con una variazione negativa di 362 punti rispetto al 2011. Seguono il comparto agricolo (-176 unità), quello manifatturiero (-139) e del commercio (-84). Riportano invece variazioni positive i settori della ristorazione (+208), quelli legati alle attività professionali e scientifiche (+186) e di supporto alle imprese (+139). «La dinamica negativa - rileva infine l'ente camerale - è stata determinata dal calo delle società di persone e delle imprese individuali (-808 unità), che la crescita delle società di capitale e delle altre forme (complessivamente 712 entità) non è riuscita a compensare». A fine 2012, anche se in diminuzione, le imprese individuali rimangono comunque le forma giuridica più diffusa nella nostra provincia (pari al 51,2% del totale).Il dato bresciano relativo alla natalità e alla mortalità delle imprese segue a distanza il trend nazionale. L'ultima analisi del Cerved è impietosa: il 2012 è stato infatti l'anno più duro per il numero di imprese che hanno chiuso i battenti: tra fallimenti (12.000), liquidazioni (90.000), procedure non fallimentari (2.000) sono state 104.000 (+2,2% rispetto all'anno precedente) le aziende italiane perse. fonte:giornaledibrescia.it

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