giovedì 28 febbraio 2013

THYSSEN, PENE RIDOTTE AI DIRIGENTI. I FAMILIARI DELLE VITTIME: "MALEDETTI


TORINO - L'attesa per la sentenza del processo d'appello a Torino per stabilire la pena per l'amministratore delegato della Thyssen, Herald Espenhahn, è stato estenutante per i familiari dei sette operai morti nel rogo del 2007 alla fabbrica. La loro attesa è stata ripagata con una riduzione della pena a dieci anni di carcere per l'ad, inizialmente condannato a scontarne 16. Secondo i giudici della corte d'appello di Torino, che hanno letto la sentenza nella maxi aula 1 del tribunale di Torino, non ci fu dolo.
GLI ALTRI IMPUTATI. Sono state ridotte a tutti gli imputati le condanne inflitte in primo grado al processo Thyssenkrupp. Le pene variano dai 9 ai 7 anni di reclusione. La riduzione per l'amministratore delegato Herald Espenhahn, per il quale la rideterminazione è di 10 anni, è dovuta alla cancellazione dell'omicidio volontario: per la Corte si è trattato di omicidio colposo con colpa cosciente. 
MADRE DI UNA VITTIMA: "PRONTI A MORIRE". «Se vogliono portarmi via, mi porteranno via con la forza. Qualcuno da Roma, qualche pezzo grosso, qualche ministro, deve venire qui e spiegarci il motivo di questa sentenza vergognosa». Lo ha detto la signora Rosina, madre di uno degli operai morti nel rogo alla Thyssenkrupp, dall'interno della maxi aula 1 del Palazzo di Giustizia, dove è rimasta insieme a un'altra quindicina di persone. «Sono pronta a morire qui dentro».
I FAMILIARI "OCCUPIAMO L'AULA". Urla e proteste in aula a Palazzo di Giustizia di Torino hanno accolto la sentenza ThyssenKrupp. Dai familiari delle vittime si levano grida «maledetti». Dal pubblico fanno eco: «Questa è la giustizia italiana, che schifo». I parenti delle vittime del rogo alla Thyssenkrupp hanno deciso di occupare la maxi aula del Palazzo di Giustizia in cui è stata da poco letta la sentenza d'appello. L'iniziativa è una protesta contro le riduzioni di pena decise dalla Corte. «Non lo accetto - dice una ragazza - mio fratello e altri sei ragazzi sono morti e queste pene sono troppo basse». Nell'aula, che è ancora molto affollata, sono entrati dei carabinieri. Una donna ha lanciato insulti contro gli avvocati difensori. 
PROCURATORI IN AULA. Il procuratore generale Marcello Maddalena e il pubblico ministero Raffaele Guariniello sono scesi nella maxi aula 1 del Palazzo di Giustizia di Torino per incontrare le persone che hanno occupato il locale per protesta contro la sentenza Thyssenkrupp. Insieme ai due magistrati sono arrivati in aula carabinieri, poliziotti e il dirigente della Digos Giuseppe Petronzi. Ai familiari e agli ex colleghi delle vittime si sono aggiunti alcuni aderenti di un'organizzazione di estrema sinistra, l'ex collettivo comunista piemontese che ha recentemente preso il nome di riscossa proletaria. 
GUARINIELLO: "RESTO A COMBATTERE CON VOI" «Avevo detto che questo sarebbe stato il mio penultimo processo (l'altro è quello Eternit, ndr) e che poi avrei lasciato la magistratura. Adesso resterò a combattere la vostra battaglia». Lo ha detto il pm Raffaele Guariniello ai famigliari delle vittime della Thyssen che protestano nel Palagiustizia di Torino per la sentenza d'appello che ha ridotto le pene degli imputati. «Lavoriamo già al ricorso in Cassazione - ha aggiunto il magistrato -. Io sul dolo eventuale non ci penso proprio a demordere».fonte:leggo.it

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