mercoledì 8 maggio 2013

ALEX, CUOCO ITALIANO MORTO IN MESSICO. LA MOGLIE: "UCCISO SENZA MOTIVO"

VENEZIA - Quando la raggiungiamo al telefono, verso le otto di sera, l’una ora locale, sta aspettando alcuni amici che la accompagneranno a Oaxaca, dove in mattinata è stata eseguita l’autopsia del marito: «Così potrò sapere qualcosa di più sulla morte di Alex. È tutto molto strano, come se non importasse
niente di quello che è successo». Pamela Codardini, veneziana di Favaro Veneto, ad appena 24 anni, si trova ad affrontare una prova durissima, di quelle che o ti temprano per sempre oppure ti annientano.Da domenica scorsa quando il cadavere di Alex, scomparso nel nulla dal venerdì precedente, è stato ritrovato in un campo, seviziato e bruciato, a tre chilometri dal locale che gestiva insieme con Pamela, lei è ospite di alcuni conoscenti alla periferia della città, per «questioni di sicurezza» spiega. Della spiaggia di Mazunte lei e Alex Bertoli, che era di 5 anni più grande, isontino nato a Trieste, si erano innamorati lo scorso anno: «L’abbiamo scoperta per caso, dovevamo andare a Puerto Escondido, poi ci hanno proposto di visitare un posto più bello, meno turistico, più da giovani, e appena abbiamo visto questo paradiso abbiamo deciso che la nostra vita sarebbe stata qui».Lo scorso novembre, il viaggio della speranza con l’apertura insieme a un socio del luogo, di una pizzeria, la "Dolce Vita" dopo aver salutato gli amici di Capriva del Friuli, dove i due tornavano nell’abitazione di Alex quando finivano la stagione al Sottoriva di Punta Sabbioni, lui cuoco, lei barista, prima di partire per il Messico dove si trattenevano per tre mesi e che aveva cominciato a frequentare dal 2009.Non è pericoloso? «E Napoli non lo è? - risponde di getto trattenendo a stento le lacrime - È vero qui di morti ammazzati ce ne sono tanti, ma è sempre per qualche motivo. Nel senso che lasciano un segno, un messaggio per chiarire perché quella persona è sta uccisa: furto, debiti, droga».Le indagini dalla polizia? «Mi hanno interrogata per capire se avevamo nemici, difficoltà. Hanno sentito anche chi ci sta più vicino. Gli investigatori per il momento non si sbilanciano, se non nel dire che non si tratta di delinquenti esperti, in quanto se volevano fare sparire il corpo di Alex, non l’avrebbero bruciato, avrebbero scelto qualche altro modo. Comunque stanno indagando. La stessa gente di qui è scossa proprio dall’utilizzo del fuoco. Affermano che sono stati passati i limiti: nessuno merita una morte tanto atroce».Sua madre, Cristina Vianello, ipotizza che possa trattarsi di un prestito non restituito perché gli affari non andavano molto bene?«Non è così. Forse mamma ha inteso male. Siamo in bassa stagione e comunque ci siamo trovati spiazzati perché la banca ci ha bloccato la carta prepagata, per degli strani movimenti ci hanno detto, senza darci altre informazioni e richiedendoci dei documenti che abbiamo in Italia. Così non siamo più in grado di pagare i fornitori e di avere i prodotti da servire ai clienti».Tornerà a casa qui a Favaro? «Questa è casa mia, qui è morto mio marito. Io non ho alcuna ragione per scappare e resterò qui. Soprattutto lo farò per Alex».fonte:leggo.it

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