sabato 26 gennaio 2013

Figlio spaccia, i genitori: «Una notte in cella»

Quando si dice la collaborazione tra forze dell'ordine e società civile. Necessaria e talvolta insufficiente, ma spesso proficua, ancor più quando si incrocia con la responsabilità delle famiglie.Il discorso vale in generale ed a Rovato ha avuto un'applicazione particolare, emersa nell'ambito dei controlli effettuati dai Carabinieri in tutta la provincia. Nella cittadina
della Franciacorta è infatti accaduto che il lavoro dei Carabinieri della Compagnia di Chiari abbia trovato la decisiva «sponda» dei genitori di un ragazzo di vent'anni, che era stato sorpreso con alcune dosi di hascisch. Giunti a casa del giovane, i militari si sono visti consegnare dalla madre del ragazzo il bilancino di precisione che il ventenne usava per confezionare le dosi. Inoltre la donna ha indicato ai militari il nascondiglio utilizzato dal figlio per custodire la droga: lì c'erano 23 grammi di cocaina e 7 di hascisch.Ma la collaborazione dei genitori non s'è fermata qui: di fronte alla possibilità (prevista dalla legge in attesa del processo) che il figlio rimanesse in stato di arresto ai domiciliari (misura che il pm di turno non avrebbe certo respinto, visto che il ragazzo è incensurato), hanno chiesto ai Carabinieri che il figlio fosse portato in carcere. La notte in gattabuia è stata ritenuta una punizione esemplare con finalità educativa. L'indomani, poi, il magistrato ha convalidato l'arresto e disposto l'obbligo di dimora. Così il ragazzo, dopo la «lezione», è tornato a casa.

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