Si sono prima barricati in casa. Poi, con l'intervento delle forze dell'ordine, sono stati costretti ad abbandonare l'appartamento. Giornata movimentata quella di martedì 29 gennaio a Martinengo per l'annunciato sfratto esecutivo di una famiglia di marocchini da una casa comunale.L'ingresso è stato ostruito con materassi, vari mobili, sedie, reti del letto e quanto in pratica contenuto nei locali
occupati dai marocchini, ma irremovibile è stato l'ufficiale giudiziario nel fare attuare alle forze dell'ordine lo sfratto esecutivo, altre volte rimandato. Marito, moglie e due figli hanno dovuto rimediare, trasferendosi nell'appartamento di un connazionale ora in Marocco: un'abitazione tra l'altro pignorata e quindi senza allacciamento del gas. Striscioni di protesta e tanta solidarietà tra i componenti della comunità marocchina di Martinengo. A dare man forte anche alcuni rappresentanti dell'Unione Inquilini tra i quali il segretario Fabio Cochis: «Quella di Martinengo è un'amministrazione che invece di preoccuparsi dei cittadini impoveriti dalla crisi economica e colpiti dagli sfratti, prosegue con scellerate politiche di vendita patrimonio immobiliare pubblico, quasi fosse un'azienda privata. L'Unione Inquilini ha proposto e ottenuto un aiuto economico per permettere alla famiglia di essere ospitata in un altro alloggio, in attesa che ci sia l'assegnazione della casa popolare Aler».Eseguito lo sfratto a Martinengo, è stato invece rimandato al 4 marzo quello della donna malata e senza lavoro che abita in un appartamento privato di Caravaggio.
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