giovedì 24 gennaio 2013

MONTI: "MPS, IL GOVERNO RIFERIRÀ IN AULA. LEGAMI CON L'IMU? FANTASIE ELETTORALI


DAVOS - «L'anno scorso c'era incertezza se l'Italia ce l'avrebbe fatta a superare problemi, quest'anno si è parlato di Italia ma in modo positivo, è la prima volta che c'è sessione specifica sull'Italia». A dirlo, il premier Mario Monti, a Davos. Il Professore è anche intervenuto sulla vicenda Mps, chiarendo che il ministro Grilli chiarirà la questione in Parlamento. «Il ministro dell'economia è a disposizione per rispondere al Parlamento», ha detto Monti, che ha voluto smorzare le polemiche sui Monti Bond. «Quanto è stato detto sugli interventi finanziari e sull'ammontare che sarebbe stato impiegato per Mps e il gettito Imu è oggetto di fantasie», ha detto Mario Monti a Davos. «Anche perchè - ha sottolineato - la sottoscrizione di nuovi strumenti finanziari non è ancora avvenuta. È un tema che non sussiste». Sulla vicenda della Banca Monte Paschi di Siena «non è in questione il tema dei controlli». È ora «importante sottrarre la tematica dell'Mps dalla confusione che è stata creata per evidenti ragioni». 
SOTTOSCRIZIONE MONTI BOND NON AVVENUTA «Ad oggi, la sottoscrizione dei Nuovi Strumenti Finanziari (anche detti Monti Bond ndr) non è avvenuta, perchè non si sono ancora verificate alcune delle condizioni necessarie per completare l'operazione». È quanto ricorda in una nota il Ministero dell'Economia a proposito dell'emissione dei Monti Bond da parte di Mps.
In particolare Il Tesoro ricorda che serve il via libera dei soci Mps all'aumento di capitale e «l'acquisizione da parte del Mef del parere della Banca d'Italia». Nella nota il ministero ripercorre le tappe della vicenda ricordando come «il Consiglio Europeo, nella riunione del 26 ottobre 2011, ha convenuto sulla necessità di potenziare il capitale delle banche.
L'Eba (l'autorità europea sulle banche ndr) ha conseguentemente chiesto alle autorità di vigilanza nazionali di assicurare che il Core Tier 1 delle principali banche europee fosse superiore al 9%». In seguito il «3 aprile 2012, la Banca d'Italia ha approvato il piano di ricapitalizzazione presentato dal Monte dei Paschi di Siena per raggiungere la soglia fissata dall'EBA. Successivamente, la Banca d'Italia ha riferito al Mef che Mps non era in grado di raggiungere autonomamente il livello minimo di capitale fissato dall'Eba e ha chiesto l'adozione di una misura di sostegno pubblico fino a 2 miliardi di euro, coerentemente con quanto previsto nella dichiarazione dei Capi di Stato e di governo dell'Unione europea del 26 ottobre 2011». Con il decreto legge 87/2012 (trasposto poi nel DL 95/2012), il Mef è stato autorizzato a effettuare l'intervento. La legge permette al Mef la sottoscrizione di strumenti finanziari (Nuovi Strumenti Finanziari) per l'importo massimo di 3,9 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi destinati al rimborso degli strumenti finanziari già emessi da Mps e sottoscritti dal Mef (i c.d. Tremonti bond). L'esborso massimo netto sarebbe pertanto pari a 2 miliardi. Il 17 dicembre 2012 la Commissione Europea ha autorizzato la misura di aiuto. Il 21 dicembre 2012 il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha emanato il decreto in cui vengono definiti criteri, modalità e condizioni della sottoscrizione dei Nuovi Strumenti Finanziari.Il decreto è stato pubblicato sul sito del Mef. Ad oggi, ricorda il comunicato, la sottoscrizione dei Nuovi Strumenti Finanziari non è avvenuta, perchè non si sono ancora verificate alcune delle condizioni necessarie per completare l'operazione. In particolare, occorre in primo luogo l'adozione da parte dell'assemblea degli azionisti di Mps, convocata per domani venerdì 25 gennaio, della delibera che delega il Consiglio di amministrazione ad effettuare l'aumento di capitale al servizio dell'eventuale conversione in azioni dei Nuovi Strumenti Finanziari.In secondo luogo, l'acquisizione da parte del MEF del parere della Banca d'Italia che dovrà pronunciarsi, tra l'altro, sull'adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica dell'istituto di credito.
MONTI A DAVOS Il nodo della crescita arriva sul tavolo del presidente del Consiglio Mario Monti già a colazione. Il primo appuntamento, rigidamente a porte chiuse, di una lunga giornata di incontri è un 'breakfast Italy' al quale partecipano molti degli italiani presenti a Davos. Niente discorsi, ma solo un confronto sull'accoglienza riservata all'Italia e un brain storming per condividere idee. 
Attorno al tavolo ci sono tra gli altri il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, il presidente dell'Eni, Giuseppe Recchi, l'amministratore delegato di Generali, Mario Greco, il patron della Geox, Mario Moretti Polegato, l'imprenditore Andrea Illy, e il numero uno di Sace, Alessandro Castellano. La percezione dell'Italia - è stato detto da più di un presente - è cambiata, c'è meno tensione. Ma - viene detto - rimane la preoccupazione per il tema della crescita. Tra un cornetto e un caffè la domanda chiave è «come fare», visto che a pesare sullo sviluppo sono debolezze strutturali. 
Uno degli esempi portati è quello del turismo per il quale - dice Andrea Illy - l'Italia è potenzialmente la prima al mondo. Servirebbero progetti di marketing territoriali ma anche una modifica alle competenze oggi esclusivamente regionali. «Il dna dell'Italia è nel turismo, nella moda e nei beni culturali», spiega un presente. Il confronto si chiude comunque velocemente: il tempo stringe e per tutti ci sono altri appuntamenti da seguire nel tourbillon del World Economic Forum. 
ATTACCO ALLA CGIL... La riforma del lavoro che abbiamo varato «non è andata avanti abbastanza» e questo «è colpa di un sindacato che ha resistito decisamente al cambiamento e non ha firmato accordo che gli altri avevano firmato», ha detto Monti, a Davos, in riferimento implicito alla Cgil: «va cambiata questa cultura». 
...E AL PDL Uno dei nodi delle elezioni è «quale configurazione politica è più in linea con la necessità di continuare le riforme strutturali». Lo ha detto il premier Mario Monti parlando a Davos delle elezioni, dopo aver elencato le molte riforme fatte nell'ultimo anno. «Naturalmente bisogna continuare», ha detto Monti. «Bisogna trovare un'unione delle forze a favore delle riforme per fare di più. A beneficiarne sarebbero i disoccupati e soprattutto i giovani». Monti ha aggiunto, riferendosi al Pdl, che «un partito di destra ha resistito sulle norme anti-corruzione».

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