sabato 12 gennaio 2013

In 300 alla fiaccolata di protesta Tutti uniti contro la violenza

Circa 300 persone, ma il numero è destinato ad aumentare, stanno partecipando, sabato 12 gennaio, alla fiaccolata di protesta e di riflessione per il caso della 24enne stuprata la notte di venerdì 4 in via Alberico da Rosciate da un 32enne kosovaro arrestato venerdì 11 dalla Squadra mobile della questura.La fiaccolata, organizzata dal Consiglio comunale di Bergamo, dall'Assessorato alle pari opportunità e dal Consiglio delle donne, ha avuto come base di partenza Palafrizzoni, dove alle 18,30 si sono radunati i manifestanti: in prima fila ll sindaco Franco Tentorio con la moglie e lo striscione dell'Associazione «Aiuto donna: uscire dalla
violenza». Notati anche il vicesindaco Gianfranco Ceci,  il presidente del Consiglio comunale Guglielmo Redondi, Carlo Saffioti, l'assessore ai Servizi sociali Leonio Callioni, l'onorevole Antonio Misiani e l'ex sindaco Roberto Bruni.La fiaccolata, che sta percorrendo le vie del centro per arrivare in Borgo Santa Caterina, dove c'è stata la brutale aggressione alla giovane che era incinta di due settimane, è destinata ad aumentare come numero di partecipanti in quanto ci sono continue aggregazioni. Unanime lo sdegno. Perché la violenza sessuale che ormai una settimana fa si è consumata in Borgo Santa Caterina, in quella via Alberico da Rosciate da sempre considerata una strada tranquilla dove il massimo del trambusto fino a ieri era l'uscita degli studenti del Mascheroni, ha sconvolto la città intera. Una ferita lacerante, medicata, ma solo parzialmente, dall'arresto del presunto colpevole. Arresto con polemiche perché a Vilson Ramaj, incensurato, dipendente di una ditta di facchinaggio, sposato e padre di due figlie piccole, sono stati subito concessi gli arresti domiciliari. Resta il dramma della vittima, lo sconcerto e la volontà di reagire. Perplessità sui domiciliari a parte (ma la Procura ha replicato: «Abbiamo soltanto applicato le norme del Codice di procedura penale»), al momento però il sentimento prevalente, a livello istituzionale, è quello dell'unità e della volontà di far sentire tutto lo sdegno e la rabbia per reati che sono assolutamente inaccettabili in un mondo cvivile.

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